Corpo perfetto
Sui social esiste ma non è reale

Negli ultimi anni, l’avvento delle immagini generate da intelligenza artificiale ha trasformato profondamente il modo in cui percepiamo la bellezza, specialmente sui social media: volti perfetti, corpi scolpiti e dettagli impeccabili vengono presentati come standard irraggiungibili, alimentando un mito del "corpo perfetto" che, se da un lato affascina, dall’altro distorce la nostra visione della realtà.
Quello che oggi vogliamo chiederci è: quali sono le conseguenze di tutto ciò nella percezione di sé e della propria immagine?


L’era dell’AI
La tecnologia dell’intelligenza artificiale ha raggiunto livelli impressionanti: oggi siamo in grado di creare immagini di persone inesistenti con un realismo sbalorditivo. Queste immagini, spesso utilizzate per pubblicità, contenuti creativi o semplicemente per stupire, rappresentano una bellezza idealizzata, dove ogni imperfezione è eliminata; sono la summa di tutto ciò che consideriamo bello e desiderabile, ma che in natura non esiste e non può esistere.
Sui social media, poi, queste rappresentazioni si mescolano con foto reali, rendendo difficile distinguere ciò che è autentico da ciò che è artificiale o manipolato.
Il risultato? La generazione di canoni estetici che mirano alla perfezione e il culto di una bellezza ideale, ma entrambi totalmente inesistenti, irreali.


La distorsione della percezione della bellezza
La bellezza proposta dalle immagini artificiali crea standard inarrivabili, influenzando profondamente la percezione di sé, sia tra i più giovani, da sempre maggiormente esposti a questi rischi, che fra le persone più mature che si lasciano affascinare da ciò che vedono.
Il confronto continuo con ideali irrealistici può portare a conseguenze gravi, come sentimenti di inadeguatezza e bassa autostima, e persino a disturbi legati alla percezione dell’immagine, come il dismorfismo corporeo.

Questa problematica si diffonde facilmente e si amplifica con l’uso dei social, dove i contenuti artificiali vengono spesso spacciati per reali. Pagine e profili che promuovono figure perfette generano una narrazione della realtà tossica, che porta le persone ad inseguire un ideale che non è umano, ma un prodotto tecnologico.


Conoscenza e consapevolezza
Per contrastare gli effetti negativi di queste rappresentazioni artificiali della bellezza, è fondamentale educare il pubblico, tanto le giovani generazioni che le persone più mature che hanno poca dimestichezza con i social e i mezzi informatici, a riconoscere le immagini artificiali e a sviluppare un approccio critico verso i contenuti che consumano online. La consapevolezza che ciò che vediamo sui social spesso non è reale è il primo passo per smettere di paragonarci a standard impossibili – fino a qualche anno fa facevamo queste considerazioni a proposito dell’uso dei filtri; oggi a questi si aggiungono Midjourney, Ideogram, Dall-E, ecc.

Piccolo consiglio da tenere sempre a mente: i corpi perfetti che vediamo sui social non esistono nella realtà; si tratta di un’illusione, per quanto bellissima, creata dall’AI e frutto della cultura del perfezionismo digitale. È essenziale imparare a celebrare la bellezza autentica, accettando le imperfezioni come parte della nostra unicità. Solo così possiamo liberarci dal peso di standard irrealistici e vivere con maggiore serenità e consapevolezza.

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