Bellezza e intelligenza artificiale
Rischi e problemi

L’intelligenza artificiale ha rivoluzionato il mondo, anche quando parliamo di percezione della bellezza. In questo caso, nello specifico, i generatori di immagini AI hanno portato alla luce rischi e problematiche che non possiamo ignorare: modelli estetici irrealistici e una rappresentazione falsata della realtà contribuiscono a definire standard di bellezza distorti che possono avere conseguenze dannose tanto per l’autostima individuale quanto per la società a livello generale.


La radice del problema: i dati di addestramento delle AI
Uno dei principali fattori che alimentano queste problematiche risiede nei dati di addestramento utilizzati per sviluppare gli algoritmi di intelligenza artificiale. Spesso, questi set di dati sono composti da immagini raccolte dai social media e da altre fonti online che nella maggior parte dei casi già di per sé non sono del tutto realistiche, fra uso di filtri e programmi di fotoritocco, e che riflettono, quindi, una visione limitata e stereotipata della bellezza.

Inoltre, uno studio condotto dal MIT ha rivelato che molti algoritmi delle AI sono stati addestrati principalmente su immagini di donne bianche e giovani, con un’evidente preferenza nella rappresentazione di un’ideale di bellezza eurocentrico, escludendo caratteristiche legate ad altre etnie, fasce d’età o forme corporee. Questo fenomeno non solo perpetua stereotipi, ma contribuisce anche alla marginalizzazione di gruppi già sottorappresentati, rendendo difficile per molte persone vedersi riflesse positivamente nei media.
Questi limiti nei dati di addestramento non sono casuali, ma il risultato di bias sistemici che esistono da tempo nella società. Quindi l’AI, strumento potentissimo e modernissimo, che guarda al futuro, piuttosto che correggere tali distorsioni e portarci un passo avanti oltre le differenze e le disparità, rischia di amplificarle, diffondendo un’estetica unica a livello globale, iniqua oltre che irrealistica.

ai donna


Le implicazioni psicologiche
Le conseguenze di queste rappresentazioni standardizzate possono essere devastanti: online e sui social media, dove le immagini generate dall’AI si mescolano con contenuti reali, gli utenti si confrontano quotidianamente con ideali estetici irrealistici. Questo confronto può portare a sentimenti di inadeguatezza, specialmente tra i giovani, che sono particolarmente vulnerabili alla pressione sociale legata all’apparenza.
Il perpetuarsi di questi modelli può inoltre contribuire allo sviluppo di disturbi legati all’immagine, come il dismorfismo corporeo, alimentando una cultura della perfezione che ignora l’unicità e la diversità dell’essere umano.


Il ruolo dei social media e dei creatori di contenuti
I social media, amplificatori naturali di contenuti visivi, giocano un ruolo centrale in questa dinamica. Le piattaforme spesso premiano contenuti che seguono standard di bellezza “accettati”, aumentando pertanto la visibilità di immagini considerate perfette per quanto artificiose. Questo crea un circolo vizioso: più le persone si adeguano a questi standard, più le piattaforme li promuovono.
Per spezzare questo ciclo, è fondamentale che i creatori di contenuti e le aziende tecnologiche si assumano la responsabilità di promuovere immagini più autentiche e inclusive, evidenziando la diversità della bellezza umana.
Affinché l’AI possa dare un contenuto positivo è necessario un cambiamento culturale e tecnologico che punti a eliminare i pregiudizi e a celebrare la diversità. Solo così possiamo costruire un mondo digitale che rifletta non solo un’ideale di estetica, ma l’umanità in tutta la sua complessità.

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